ISIDE IN INDIA?

Questo articolo condivide solo degli spunti di riflessione riguardo alla contiguità di attributi e funzioni di dee appartenenti al continente ideale indo-europeo. Lo scopo è suggerire ipotesi di lavoro e ricondurre l’interesse del neo paganesimo verso pratiche Tradizionali viventi i cui riti, lungi dall’aver sofferto di quella frattura Tradizionale tipica del mondo occidentale, sono di contro ancora imbevuti di Coscienza a causa della loro pratica ininterrotta e di una trasmissione che ha origine nella notte dei tempi.
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ISIDE SIGNORA DEL GANGE
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In un passaggio del Papiro Oxyrhinchus alla Dea viene attribuita la tutela del fiume Gange. Questo papiro viene convenzionalmente datato all'inizio del II secolo d.C., ma si ritiene che il testo sia stato composto prima, probabilmente durante il regno dell'imperatore Augusto. 
Ciò che sopravvive è solo circa la metà dell'inno originale. La prima metà enfatizza il sincretismo di Iside con altre divinità, in conseguenza del quale fu chiamata Myrionymos, la Dea dai Diecimila Nomi.

La traduzione è adattata da B.P.Grenfell & A.S.Hunt nel volume 11 di The Oxyrhynchus papyri (1915), in cui il testo greco di P.Oxy. 1380 può anche scaricato da questo link.

“Tu, Signora della Terra, porti l'alluvione dei fiumi. . .,
e in Egitto il Nilo, a Tripoli l'Eleuterio, in India il Gange;"
(vv 221-222)

In questo senso, come patrona dei fiumi, Ella è dunque assimilabile alla Dea Ganga, Grande Madre che accoglie (“Ganga Mata”) e patrona dell’unico fiume che attraversa i Tre Mondi ("Tripathagā"). Ella è generalmente rappresentata con quattro braccia: due hanno i mudra tradizionali di protezione e del dono (abhaya e varada) e nelle altre due ha in mano un loto e una situla. Ha come veicolo un coccodrillo. Le coincidenze con gli attributi iconografici del culto isiaco sono a dir poco singolari.
Da notare che nel medesimo Papiro di Ossirinco Iside viene assimilata a alla Dea Māyā:

"tra gli indiani (sei chiamata) Maia" 
v. 103

ISIDE E LA DEA PATTINI
Considerando l’entità e la durata degli scambi commerciali tra il mondo greco-romano e l’India, alcuni autori hanno ipotizzato anche un reciproco flusso di idee e credi religiosi, ipotesi non del tutto fantasiosa se la Tabula Peutingeriana, copia medievale di una mappa  del mondo allora conosciuto, risalente al IV o all’inizio del V secolo, illustra un " Tempio di Augusto " a Muziris , uno dei principali porti per il commercio al romano sulla costa sud-occidentale dell'India. In tal senso nel suo testo “Isis: Goddess of Egypt & India” il teologo Chris Morgan affronta una ipotetica contiguità tra il culto di Iside e quello della Dea Tamil Pattini.  Traduciamo, sintetizzandola, la presentazione di questa ricerca:
Un Tempio di Iside in India.
Sulla costa sud-occidentale o Malabar in India si trova un antico tempio indù, attualmente dedicato al famoso dio Shiva e alla sua consorte, la temibile dea Kalì. Questo è Kurumbha-Bhagavathy Devi al di fuori della moderna città di Cochin, o Kochi, nello stato di Kerala."
M. Morgan si prefigge di dimostrare che la dea Tamil Pattini sia Iside. Secondo l’Autore, i riformisti Hindu del IX secolo avrebbero perpetuato il suo culto assimilandolo a quello di Kali. Attualmente  Pattini è una divinità onorata sia dai buddisti che dagli indù come dea della salute, della guarigione e della castità. Il suo culto è inoltre particolarmente diffuso nello Sri Lanka. Così sottolinea il nostro Autore la contiguità con Iside:
“(…) si dice che siano resti di un sacrario segreto sotterraneo, la sede di un culto misterico dedicato alla dea egizia Iside.
Al tempo di Cristo, vi è stato effettivamente una colonia mercantile greco-romana con sede in questa parte dell'India. Mercanti greci, romani e del Vicino Oriente si recavano in India dopo un consueto, benché epico, viaggio in mare di duemila miglia attraverso l'Oceano arabo, facendo il primo approdo in un porto conosciuto nel mondo antico come Musiris. Indizi per le pratiche religiose di questi antichi commercianti sono evidenti non solo nell'architettura dell’epoca ma talvolta in molte caratteristiche uniche dei culti successivi giunti sino in epoca moderna."
Secondo l’Autore alcuni dei migliori esempi in tal senso si evincerebbero dai riti di Pattini come un tempo praticate al Kurumba-Bhagavathy Devi. Gli esperti hanno spesso identificato nella storia della morte e resurrezione del suo paredro analogie con i culti del Vicino Oriente, particolarmente quello di Attis. Ma forse una teoria più recente e credibile è che il tempio un tempo ospitasse i misteri del culto di Iside e della rinascita di Osiride. Potrebbe forse ipotizzarsi che un piccolo tempio fosse stato costruito nel sud-ovest dell'India per soddisfare le esigenze del porto commerciale in attività poiché i Misteri di Iside erano popolari fra tutte le classi sociali nel mondo antico, ma soprattutto tra i marinai.

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Sembra che in un documento straordinario, V. T. Induchudan, un brahmano studioso che è di servizio al tempio, abbia divulgato i suoi segreti in una monografia opportunamente titolata "camera segreta". Questo tempio, con il suo tetto a capanna piramidale di tegole rosse, ricorderebbe molto l’architettura romana e egiziana. Sarebbe edificato su antiche fondamenta e occulterebbe i resti di un santuario sotterraneo segreto, originariamente dedicato a un culto misterico, ipoteticamente quello di Iside-Pattini.
Una lunga galleria sotterranea condurrebbe alla camera segreta. Questo tunnel è orientato est-ovest, e il suo ingresso sarebbe sorvegliato dalle abitazioni della casta chiama "Atikals" Dalla camera segreta un candidato potrebbe seguire il percorso del sole dal tramonto all'alba, proprio come veniva fatto nel misterioso culto di Iside.


Per dare un'idea della aura magica ancora attribuita a questa stanza, Induchudan riporta come un falegname, con il compito di riparare il tetto, fosse stato colpito da cecità dopo aver accidentalmente dato un'occhiata alla camera. Anche se al giorno d'oggi l'accesso è negato, la stanza sotterranea sigillata beneficia ancora di devozioni, che raggiungono una particolare intensità durante la festività annuale di Bharani, che anche per gli standard indiani è molto poco ortodossa.
Quest’ultima segna l'inizio della calda estate prima della venuta delle piogge monsoniche. Per curiosa coincidenza, questa era anche la stagione in cui in Egitto e in altre parti del mondo classico venivano eseguiti i riti di Iside che segnavano l’inizio della stagione del commercio marittimo.  Fulcro di questa celebrazione è la misteriosa casta degli Atikals. Atikal è una parola molto antica. In origine significava 'notabile', poi è stata utilizzata per designare un santo (Jaina), fino ad assumere il significato di “ex-brahmano” o “degradato”. Pur essendo non-bramini, e quindi non aventi diritto di officiare riti indù, gli Atikals, in effetti, detengono la proprietà del tempio e sono autorizzati a tornare ogni anno per un mese, in cui svolgono i propri riti segreti.


Nella versione Pattini del mito, Iside fa un lungo viaggio alla ricerca del marito scomparso. Il suo viaggio di diversi giorni si snoda dalla loro casa in Vanci, attraverso la foresta profonda fino a Madurai. Vi sono effettivamente alcune analogie della storia (la ricerca da parte della Dea del corpo del paredro smembrato) che culminano nel dettaglio singolare dell’episodio in cui il Dio tutore della città in cui tutto questo avviene si rivolge a Pattini-Kannagi dicendole che ella vedrà di nuovo il marito morto in quattordici giorni di tempo. Tuttavia non sarà più in forma umana, egli sarà in forma celeste. Il periodo di tempo di quattordici giorni è significativo: Osiride è tagliato in 14 parti e 14 sono i giorni centrali del ciclo lunare. Osiride, analogamente a Shiva è un Dio lunare, e i 14 giorni possono essere considerati il tempo dalla luna nuova alla luna piena, o, come in questo caso, dalla piena al buio, un periodo in cui il Dio è morente. Dopo il quattordicesimo giorno, Egli apparirà a Kannagi / Pattini in forma celeste. Notevoli sono le somiglianze con il mito di Osiride, le sue quattordici parti ricomposte da Iside e la sua risurrezione in forma celeste.
Data la notevole diffusione del culto di Iside, l’intensità delle relazioni del mondo greco-romano con l'India e la propensione dei mercanti e dei marinai di portare il culto della Dea nelle loro città-porto, non appare poi così fantasioso che il culto di Iside possa essere giunto in India. Dopo tutto, come abbiamo già citato, il Papiro di Ossirinco riferisce che Iside porta la marea del Gange così come quella del Nilo…
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